Sono stucchevoli le dichiarazioni rese dalla neo-deputata regionale di Fratelli d’Italia, Elvira Amata, per la sospensione del bando di gara. Ed è preoccupante che un deputato, appena eletto ad agli scranni di Sala d’Ercole, non comprenda la reazione della CGIL alla notizia della sospensione del bando di gara per l’affidamento del servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione della Città Metropolitana di Messina. Eppure la CGIL ha ampiamente spiegato, a tutti i partecipanti all’insolita riunione, le proprie motivazioni. La CGIL non comprende come un rappresentate delle Istituzioni possa non interrogarsi in merito alla legittimità del servizio in atto gestito dalla Città Metropolitana.
Al riguardo la CGIL ribadisce: “Gli operatori lavoravano e lavorano in nero o tramite il contratto di prestazione occasionale che, in base a Job’s Act e normativa seguente, è inapplicabile”.
Vorremmo ricordare all’On.vole Amata che, quando si parla di lavoro nero, si intende “quello per il quale non è stata inviata la comunicazione preventiva di assunzione, consistente nel modello telematico UNILAV”. Il lavoro in nero è contro la legge e le conseguenze per il datore di lavoro e il lavoratore sono tutt’altro che lievi sia dal punto di vista delle sanzioni amministrative che penali.
Non possiamo fare a meno di esprimere il nostro stupore – dichiarano Clara Crocè Segretaria confederale della Camera del Lavoro di Messina e Giselda Campolo Segretaria Generale del Nidil di Messina” che tutto ciò possa avvenire nella Pubblica Amministrazione, la quale dovrebbe osservare il principio di legalità sostanziale, posto a base dello Stato di diritto. Tale principio sembrerebbe disatteso da una verifica dell’UNILAV effettuata su alcuni lavoratori e ci rendiamo disponibili a rendere pubblici gli atti.
Infine, nel caso non lo sapesse, vogliamo dare una notizia all’On.vole Amata “anche noi donne della CGIL siamo mamme e abbiamo a cuore la tutela dei disabili” ma non utilizziamo questo nostra condizione per togliere diritti ai lavoratori e mettere a rischio le famiglie dei disabili.
E se la memoria non ci inganna (se così non fosse siamo pronte chiedere scusa) non abbiamo mai visto On.vole Elvira Amata, né quando era Assessore con la Giunta Buzzanca né nella qualità di Consigliere del Comune di Messina con l’attuale legislatura, prendere posizione durante le manifestazioni dei lavoratori delle cooperative sociali e delle famiglie a tutela del servizio e dei livelli occupazionali. Ma nella vita si matura!
Il bando di gara ribadiamo è l’unico sistema per garantire trasparenza nell’azione amministrativa e controllo sui titoli professionali degli operatori.
In merito alle dichiarazioni rilasciate dalle varie associazioni la CGIL invita a non fare confusione tra le diverse figure professionali sulla disabilità presenti nelle scuole di ogni ordine e grado.
Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione non sono docenti. L’insegnante di sostegno si è specializzato nell’integrazione degli alunni disabili tramite le didattiche speciali. L’assistente ha un rapporto uno ad uno ed è un facilitatore che non fa didattica ma deve trovare le strategie di comunicazione per rendere fruibile la didattica e per rendere l’allievo sempre più autonomo nell’apprendimento ma anche nelle sue attività quotidiane.
D’altro canto, non ci risulta che i genitori abbiano accesso alla scelta dell’insegnate curriculare specializzata nel sostegno.
Incomprensibile l’uso sfrenato della parola “albo”. Non si capisce, infatti, a quale albo facciano riferimento i deputati e le associazioni che improvvisamente si sono interessati alla questione sugli assistenti all’autonomia. La normativa prevede l’istituzione di Ordini professionali con il d. Lgs 382/1944 (e Corte Cost. 284/1986), i quali sono garanti degli unici Albi Professionali riconosciuti dalla legge. A livello degli Enti Locali, non è possibile fare altro che elenchi o graduatorie. Ancora più ridicola la presunzione di fare “più albi” visto che l’albo identifica una PROFESSIONE e fa un elenco di tutte le persone che possono svolgere quella professione. È chiaro che tra questi ci sono specialisti in un determinato settore e che possono vantare la loro specializzazione come titolo preferenziale, all’interno dello stesso albo dal momento che svolgono la stessa professione. Professione che è autonoma che si svolge con una partita iva dedicata, con orari stabiliti dal professionista, con parcelle stabilite dal professionista – e calmierate dall’ordine (sic!) –, con luoghi di lavoro stabiliti dal professionista. Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono, invece, lavoratori dipendenti con stipendi su paga base oraria; luoghi di lavoro imposti; orari prefissati che non possono gestire autonomamente.
Riteniamo anche noi che ci debbano essere più tavoli concertativi anche con le associazioni dei genitori dei disabili al fine di trovare soluzioni che possano contemperare le esigenze dei disabili, quelle dei lavoratori, la qualità del servizio e le modalità che vengono imposte dalla normativa agli Enti Locali per l’affidamento e lo svolgimento del servizio.