“Il percorso di stabilizzazione avviato non può che trovare piena condivisione, ma emergono gravi anomalie nei metodi e nella forma, i cui effetti vanno a penalizzare alcuni profili professionali”. La Funzione Pubblica Cgil di Agrigento contesta l’applicazione delle procedure utilizzate dalla gestione commissariale dell’Asp 1 rispetto alla vertenza che riguarda il destino occupazionale dei precari. Il commissario Venuti, che nella fase finale dell’iter si è sottratto incomprensibilmente al confronto – spiegano Alfonso Buscemi, della segreteria regionale, e il segretario provinciale, Enzo Iacono – ha operato scelte che certamente non ci trovano d’accordo. A partire dalla decisione di declassare ad un profilo inferiore ben 60 posti, il cui ruolo di provenienza è quello amministrativo, cioè appartenente alla categoria C. In particolare sono stati previsti 28 posti di Operatore Tecnico e 32 di Coaudiatori. Un meccanismo che finisce in modo evidente per danneggiare quanti, nel corso degli anni, hanno svolto una mansione superiore. E questo anche in chiara violazione allo spirito della legge Madia che espressamente recita: “Superamento del precariato e valorizzazione delle esperienze lavorative”. In secondo luogo – sottolineano Buscemi e Iacono – non comprendiamo la volontà del commissario di procedere allo scorrimento di graduatorie esistenti per la categoria B prima di esperire le procedure di stabilizzazione per la categoria C negando, quindi, l’opportunità ad ogni singolo dipendente di poter scegliere quanto a lui più congeniale rispetto alla propria collocazione. Tutto questo non fa altro che produrre confusione, preoccupazione e smarrimento. Manifestiamo dunque tutta la nostra delusione per la conduzione di questa vertenza da parte di Venuti, segnata da inadempienze e mancanza di trasparenza, annunciando sin d’ora, in caso di ulteriore chiusura al confronto, legittime e democratiche forme di protesta. Invitiamo il commissario a revocare la delibera di assunzione per mobilità del comparto ,che priva di un diritto i lavoratori precari e tutto il personale di ruolo che, dopo dieci anni, di blocco delle progressioni di carriera legittimamente aspetta di poter concorrere alle stabilizzazioni ed alle verticalizzazioni, mentre alla Prefettura di Agrigento – concludono Buscemi e Iacono – comunichiamo che, alla luce dei rilievi mossi, la conciliazione si chiude con esito negativo”.