“Licenziamento per gli operatori che hanno accettato la risoluzione del rapporto di lavoro a fronte della corresponsione di una incentivazione all’esodo”. La Funzione Pubblica Cgil Sicilia, assieme alle altre Organizzazioni di categoria, rappresenta il nuovo scenario, i cui contorni sono stati delineati nell’incontro di ieri, riferito alla vertenza “Diaverum Italia”, che nel territorio regionale gestisce in convenzione 18 centri di dialisi e assiste 1250 pazienti. La Società e le Sigle Sindacali sono tornate a confrontarsi nell’ottica di trovare un possibile punto di convergenza. “Considerato che l’Assessorato regionale alla Salute ha dichiarato la propria incompetenza in merito alla questione, tranne a presenziare ai tavoli di crisi che saranno attivati presso le Prefetture territoriali – affermano i rappresentanti della Fp Cgil, Clara Crocè, segretaria regionale, ed Enzo Maggiore, segretario della sede di Caltagirone – non ci resta altra scelta che ragionare su una piattaforma finalizzata a mitigare l’impatto negativo legato al “ben servito” collettivo deciso da Diaverum Italia. La linea di condotta, messa a punto, è di buon senso – sottolineano – con il licenziamento limitato a 13 persone: quelle che hanno manifestato la disponibilità a rinunciare all’opposizione, sapendo di potere usufruire di un bonus di accompagnamento all’esodo. Per gli altri – evidenziano ancora Crocè e Maggiore – si profila, secondo la proposta avanzata, una riduzione dell’orario di lavoro e un piano trasferimenti degli operatori rispetto alle esigenze di servizio programmate nei centri di dialisi di riferimento, dislocati nel territorio siciliano. Stiamo lavorando insomma – concludono i due esponenti di Fp Cgil – per circoscrivere, quanto più possibile, gli effetti nefasti legati alla procedura di licenziamento”. Le parti si sono ridate appuntamento, per l’esame congiunto della vicenda, nella giornata di martedì, 10 ottobre.