“L’Agenzia delle Entrate in Sicilia, entro il 2021, perderà il 25% del proprio personale. Su 2400 lavoratori oggi in servizio, saranno circa 600 quelli che matureranno i requisiti di pensionamento, con il rischio di portare al collasso gli uffici e di sovraccaricare coloro che restano, peraltro con un’età media di circa 57 anni, di compiti e funzioni verosimilmente insopportabili”. A lanciare l’allarme sono il segretario regionale della Fp Cgil Sicilia, Alfonso Buscemi, responsabile del comparto, e Caterina Tusa del dipartimento regionale. Il preoccupante scenario è emerso nel corso di un incontro sindacale dedicato alla mobilità regionale. “Inoltre – aggiungono – il concorso bandito dall’Agenzia per l’assunzione di 510 unità di personale non prevede alcuna assegnazione in Regione A queste condizioni – osservano ancora Buscemi e Tusa – appare chiara l’intenzione del governo e dei vertici dell’Agenzia ad esso soggiacenti, di non farla funzionare e, ovviamente, di mortificare i lavoratori sotto il profilo degli eccessivi carichi di lavoro con conseguente stress correlato. La notizia giunge – sottolineato i due sindacalisti della Funzione Pubblica della CGIL Sicilia – dopo il tentativo dell’Agenzia di stoppare l’erogazione del salario accessorio 2016 e 2017 e di non procedere alle progressioni economiche, poi sbloccata a seguito dello sciopero del 2 aprile scorso. Buscemi e Tusa denunciano la gravità della situazione e chiedono l’acquisizione di risorse umane in numero idoneo a superare le gravi carenze, in modo da garantire il funzionamento dell’amministrazione. In assenza di risposte verranno messe in campo azioni sindacali di contrasto.
L’Agenzia, che assicura le entrate dello Stato, è presidio di contrasto all’evasione e di garanzia per i cittadini onesti, chiamati ad onorare i propri doveri pagando imposte e tasse contro i soliti furbetti che qualcuno vuole continuare a proteggere. Il prossimo 8 giugno a livello nazionale si terrà una manifestazione nazionale contro l’atteggiamento del governo teso a mortificare i dipendenti pubblici – concludono Buscemi e Tusa – all’interno della quale è pienamente inserita la vertenza Agenzia delle Entrate, delle carenze di personale e quindi dell’esigenza di un piano straordinario di assunzione, il cui obiettivo è quello di evitare il collasso della pubblica amministrazione e di chiedere il rinnovo del CCNL per il triennio 2019/2021”.