Domani, 19 ottobre, ricorre il 40° anniversario del tragico episodio che ha segnato le famiglie di tre lavoratori, morti sul luogo di lavoro. Tommaso Muratore, Rosario Stassi e Ciro Trapani persero la voia mentre erano impegnati nella manutenzione di una “soletta” del Collegio Massimo, complesso edilizio che ospita la Biblioteca Centrale della Regione Siciliana e il liceo “Vittorio Emanuele”. “Ancora oggi siamo qui, purtroppo, a testimoniare che nulla è cambiato in merito alla sicurezza nei posti di lavoro – afferma il segretario generale della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo – i dati bollano il 2018 come l’anno peggiore degli ultimi tre, con un totale di vittime sul lavoro pari a 1.133, mentre i dati raccolti nei primi otto mesi del 2019 riportano un numero record di circa 700 infortuni mortali. Insomma una serie statistica inaccettabile per una società che voglia dirsi civile, al passo con i sistemi più evoluti. Ma questa è anche l’occasione– aggiunge Agliozzo – per ribadire che l’accesso democratico al patrimonio culturale, e in particolare a quello gratuito alle biblioteche pubbliche, è una necessità primaria. E lo è ancor di più oggi in cui le famiglie, alle prese con la crisi economica, sono costrette a ridurre, se non ad eliminare, le spese destinate alla cultura. Pertanto, chiediamo al Governo regionale azioni concrete ed efficaci per contrastare le inadempienze presenti nei controlli della sicurezza nei luoghi di lavoro e la reale volontà di investire nel settore cultura a vantaggio di tutti i cittadini, a partire dai fondi destinati alla fruizione del patrimonio custodito nelle biblioteche. A quarant’anni da quel doloroso giorno è andata via dalla Biblioteca Centrale un’intera generazione di dipendenti che ha consegnato alle lavoratrici e ai lavorati di oggi la testimonianza di quella triste pagina. Perché la memoria non sia vana – conclude Agliozzo – la Cgil chiede, senza distrazioni di sorta, che vengano adottate dalla Pubblica Amministrazione tutte le iniziative volte alla tutela dei lavoratori, nulla togliendo al diritto degli utenti di accedere, senza limitazione alcuna, al patrimonio bibliografico e documentario della BCRS che da oltre quattro anni vede una parte consistente dei suoi fondi giacere in magazzini inagibili perché inadeguati alla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.