“Stamattina, insieme ad una delegazione di Lavoratori, abbiamo consegnato le prime 153 domande ex art. 5 comma 14 L.R. 9/2020 – dichiara Massimo Raso – della Segreteria Regionale della FP CGIL, che appartengono alla parte più sofferente e disperata del “mondo delle IPAB”, quelle con attività ferme e dipendenti letteralmente abbandonati al loro destino.
La norma in questione doveva servire ad assicurare un minimo di respiro economico ai Dipendenti delle IPAB durante l’emergenza COVID, ma ancora non si hanno nemmeno notizie di come si intende procedere.
“Siamo ancora fermi ad una circolare del Dipartimento che cerca di definire la platea dei beneficiari. Per questa ragione abbiamo scelto di fare una richiesta diretta a tutti i potenziali beneficiari, un modo per affermare l’estremo bisogno e l’urgenza di reddito di questi Lavoratori che, in alcune situazioni limite vantano oltre 100 mensilità arretrate.
Ovviamente quello del contributo economico non è il problema più grave di questi lavoratori.
Alla luce della sentenza che ha dichiarato la incostituzionalità dell’Art. 34 della Legge 22/1986 (nella parte in cui prevedeva che le IPAB dichiarate estinte passavano beni e personale ai Comuni ove avessero sede) si pone il problema di cosa fare delle IPAB in Sicilia, se – come nel resto del Paese – trasformarle in Aziende di Cura della Persona.
Una cosa è certa, – continua Raso – occorre restituire dignità e lavoro a questi lavoratori, così come non si può far perdere l’immenso patrimonio immobiliare delle IPAB.
Continueremo ad insistere affinché il Governo esca allo scoperto e ci dica cosa intende fare.”