“Subito la riforma della Pubblica amministrazione regionale o la Sicilia non godrà di alcun beneficio dalla ripartizione dei fondi del Recovery Fund e di Next Generation Eu e sprofonderà definitivamente sotto i colpi della pandemia. Invitiamo il governo Musumeci a sedersi al Tavolo con Cgil, Cisl e Uil per lavorare immediatamente, seriamente, concretamente e con scadenze ben definite, un patto regionale che si ispiri allo spirito del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, siglato a Roma la scorsa settimana”. Il grido di allarme per il futuro dell’Isola e il contestuale appello all’Esecutivo regionale arrivano dalle Confederazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil, assieme alle Federazioni regionali della Funzione pubblica. “Senza una pubblica amministrazione regionale che funzioni, che progetti, che carburi, lavoratori e aziende resteranno in attesa degli ammortizzatori, dei sostegni e dei contributi e la Sicilia, ancora una volta, resterà indietro rispetto al resto del Paese. E d’Europa. Non solo andremo a una velocità diversa, ma persino controvento. E le colpe ricadranno, ancora una volta, sui lavoratori pubblici con precise responsabilità imputabili esclusivamente a chi non è intervenuto per tempo sulla riorganizzazione di una macchina obsoleta e non più performante”, dicono i segretari generali Alfio Mannino e Gaetano Agliozzo della Cgil, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl, Claudio Barone ed Enzo Tango della Uil. I sindacalisti siciliani, dopo aver chiesto precedentemente una modifica dell’Accordo Stato-Regione per il ripianamento del disavanzo nei punti che maggiormente contrastano con lo spirito del Patto (per esempio, nel punto in cui si fermano le nuove assunzioni nella P.A.), si spingono oggi un po’ più in là e chiedono oltre alla riforma della pubblica amministrazione anche una riforma del sistema delle autonomie locali, ad iniziare dalla risoluzione delle questioni degli enti in dissesto e delle ex province. “Non vogliamo essere le Cassandre della situazione e per questo chiediamo subito al presidente della Regione, Nello Musumeci, un’assunzione di responsabilità: è il momento di dare il via ai lavori della riforma, così come da lui stesso auspicato nel suo programma elettorale del 2017. Non sarà facile, si dovranno fare delle scelte, ma non si può più procrastinare. La pubblica amministrazione negli ultimi anni è stata massacrata, ma siamo stati costretti, tutti, a renderci conto che se il settore pubblico non funziona la società diventa più ingiusta e più fragile, come ha detto anche il premier Draghi all’atto del suo insediamento. I lavoratori pubblici hanno un ruolo centrale per la ricostruzione. Dobbiamo far sì – concludono Mannino e Agliozzo, Cappuccio e Montera, Barone e Tango – che sia tutto pronto per affrontare le numerose e difficili sfide che ci attendono. Solo così potremo restituire ai cittadini siciliani fiducia e sicurezza. Noi siamo pronti ad esercitare il nostro ruolo”.