“Il nuovo modello organizzativo assistenziale è condivisibile nei principi ma non è facilmente attuabile nelle pratica delle Aziende Ospedaliere Siciliane”. Fp CGIL Sicilia prende posizione dopo la lettura delle linee guida assessoriali del documento tecnico da cui derivano. “Quello che noi chiediamo – affermano il Segretario Generale Gaetano Agliozzo, la Segretaria con delega alla Sanità, Concetta Basile, e il Coordinatore regionale Sanità Funzione Pubblica, Antonio Trino – è che vengano date alle aziende risorse aggiuntive per poter assumere, anche in considerazione del fatto che siamo in periodo ferie ed il personale è indiscutibilmente stanco e deve necessariamente godere di un periodo di recupero psico-fisico per poter affrontare la nuova ondata dei contagi. Dopo attenta lettura delle linee guida e del documento tecnico da cui derivano – affermano i tre sindacalisti – non possiamo non evidenziare, che il documento è disallineato con la reale situazione insistente nelle diverse realtà Siciliane, dove gli organici, ancora in attesa di approvazione, consentono una organizzazione deficitaria. Ricordiamo – continuano Agliozzo, Basile e Trino – che gli attuali organici sono costruiti, in maniera molto asfittica, moltiplicando il numero dei posti letto per un parametro di conversione, metodo più volte criticato dalla nostra segreteria proprio perché non consente agevolmente di far fronte a imprevisti e spesso neanche al prevedibile; questa situazione comporta che in molte UU.OO. sia presente un solo infermiere per turno o al massimo due e, con tutta la buona volontà, diventa impossibile garantire anche un’area Covid all’interno della degenza, senza il rischio di commistione, con lo stesso numero di infermieri e Oss presenti. Peraltro, la possibilità di creare un’area indistinta, quale possibile soluzione, a gestione infermieristica sul modello organizzativo per intensità di cure, non diventa di facile realizzazione laddove non esiste materialmente un’area disponibile, né i tempi ristretti consentono una simile conversione a tale modello se non già rodato all’interno delle Aziende. Dopo 2 anni di pandemia, continuiamo a commettere gli stessi errori già fatti e soprattutto non riusciamo ad uscire dalla logica della gestione emergenziale, giustificabile solo nei primissimi mesi e non certamente adesso”. I tre esponenti sindacali evidenziano che oltre alla carenza degli organici, permane un problema strutturale perché in questi 2 anni si è investito per l’adeguamento dei reparti Covid e non delle unità di degenza non Covid, per cui oggi sarebbe una criticità irrisolvibile nei sette giorni concessi dall’Assessorato per adeguarsi (basti pensare alla creazione dei percorsi sporco pulito).