I lavoratori ASU, direttamente utilizzati dal Dipartimento Regionale dei Beni Culturali, si raduneranno in massa dalle ore 10 alle ore 15 di giovedì 6 luglio. L’appuntamento per il sit-in è previsto a Palermo, presso i marciapiedi antistanti la Presidenza della Regione, in Piazza Indipendenza. Fp Cgil Sicilia chiama a raccolta i propri iscritti per partecipare alla giornata di protesta. “L’art. 36 della Legge Regionale 15/04/2021 n°9 (norme in materia di stabilizzazione e fuoriuscita del personale ASU) – afferma il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo – avrebbe consentito ai numerosi sindaci dell’isola di stabilizzare i propri lavoratori ASU, norma dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con sentenza dello scorso mese di maggio. Siamo stati tranquillizzati da dichiarazioni istituzionali, secondo le quali si sarebbe provveduto immediatamente a trovare una soluzione condivisa con il governo nazionale. Ma ad oggi non risultano esserci stati compiuti progressi in tal senso”. “In particolare, desideriamo sottolineare che 280 di questi lavoratori utilizzati direttamente dalla Regione, presso i siti dei beni culturali – spiega la Segretaria regionale, Monica Genovese – non avrebbero comunque beneficiato della citata norma, a causa dell’accordo con lo Stato che attualmente vieta la stabilizzazione presso la Regione. Per questi lavoratori inoltre non sono stati mai previsti e redatti i piani di fuoriuscita previsti dalla normativa vigente, e non sono stati inseriti nei piani di fabbisogno triennale regionale, atti propedeutici e necessari nelle more che si risolvano e si trovino le deroghe a livello nazionale”. “Non avendo avuto alcuna risposta alla nota di richiesta di incontro inviata giorno 19 giugno direttamente al Presidente Schifani e non rilevando da parte del Governo nessuna volontà a voler risolvere definitivamente la vertenza attraverso la stabilizzazione – conclude il Coordinatore regionale Asu, Salvo Musolino – non possiamo stare con le mani in mano. La mobilitazione, a questo punto, la riteniamo inevitabile per fare sentire la nostra voce e la rabbia dei lavoratori con l’obiettivo di sensibilizzare e spingere chi ha responsabilità istituzionali ad adoperarsi concretamente per mettere la parola fine al precariato degli Asu in Sicilia”.