Le evidenti e significative criticità degli organici del personale operativo stanno mettendo giornalmente a rischio, se non addirittura compromettendo, il Soccorso Tecnico Urgente”. Ad esprimere forti e concrete preoccupazioni, in vista della imminente campagna anti incendio boschivo 2024, è la Funzione Pubblica Cgil di Caltanissetta. Il coordinatore, Roberto Corrao, annuncia l’invio, assieme a Uil, Cisl e Usb, di una nota con la richiesta di incontro urgente, indirizzata al Prefetto di Caltanissetta, al Direttore Regionale VV.F. Sicilia e al Comandante Provinciale VV.F. di Caltanissetta. “La carenza di organico dei Capo Squadra e Capo Reparto presso il Comando di Caltanissetta – sottolinea Corrao – è ormai diventata una vera e propria emergenza. L’attuale pianta organica, ancor in vigore, è quella emanata con Decreto del Capo del Corpo in data 03/12/2019, ed in particolare la dotazione organica del Comando di Caltanissettanei predetti ruoli è pari a n° 78 unità, ma attualmente in pianta organica, al 01 maggio 2024, risultano solamente 51 unità, quindi con una carenza di 17 unità, oltre al fatto che 9 unità Capo Squadra e Capo Reparto non sono più idonee o parzialmente idonee con ex-art 134, per cui il vuoto reale si attesta a 26 unità. Se a questi aggiungiamo 4 unità con la qualifica d’Istruttore Professionale e continuamente, convocate dalla DCFORM per i corsi di formazione, risulta che il deficit complessivamente sale a 30. Situazione non diversa per il personale con qualifica Vigile del Fuoco, le cui unità in meno sono 14. Inoltre, il Dipartimento di Caltanissetta inizierà a breve un corso per qualificati della durata di 5 settimane, che impegnerà anche personale di questo comando (circa 15 unità) , alcuni anche con qualifica di autista; risorse professionali – precisa Corrao – sottratte per tutto il periodo dal soccorso tecnico urgente”. “A breve, oltre alla provincia di Caltanissetta, anche in tutta la Sicilia – evidenzia la segretaria regionale di Fp Cgil, Monica Genovese – ci si ritroverà nuovamente ad affrontare la fatidica stagione estiva, che statisticamente ogni anno si rivela sempre più impegnativa e dispendiosa sia dal punto di vista fisico che psicologico per tutto il personale, con meno uomini e con meno mezzi per fronteggiare gli incendi boschivi e non solo. L’utilizzo dello straordinario, il trattenimento in servizio, il raddoppio del personale nei turni, come interventi per sopperire alle ormai conclamate carenze di personale in organico, sono ormai diventate l’alternativa lavorativa – concludono Corrao e Genovese – ma non rappresentano la soluzione adeguata. Tutt’altro, è un ulteriore e sconsiderato aggravio di lavoro del personale con conseguente rischio per la salute e sicurezza sia per i lavoratori chiamati a soccorrere, sia per chi chiede di essere soccorso”.