Stabilizzazione ASU Beni Culturali, Fp Cgil Sicilia sollecita soluzione immediata e concreta

“La situazione dei lavoratori ASU dei Beni Culturali in Sicilia richiede una soluzione immediata e concreta”. Fp Cgil fa appello al Presidente della Regione, Renato Schifani, affinché si applichi la norma vigente in unica soluzione ed in tempi rapidi in modo da mettere fine al precariato di questi lavoratori. La proposta del Governo, inserita nella Finanziaria Regionale, prevede assunzione simultanea di tutti i 258 lavoratori ASU, contratto a 30 ore presso la SAS, mantenimento dell’attuale sede lavorativa, stessi diritti giuridici ed economici del personale regionale e riserva di posti per futuri concorsi regionali. La Funzione Pubblica sollecita questa soluzione in quanto “ritenuta la più veloce ed eviterebbe l’’ipotesi delle stabilizzazioni a scaglioni(50 unità all’anno). Ma ciò – spiegano la Segretaria Regionale, Monica Genovese, e il Coordinatore Regionale Asu  Fp, Salvo Musolino – potrebbe non essere sufficiente in quanto si potrebbe correre il serio rischio di impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri a causa di una impostazione articolata in più commi. Per superare questa eventuale criticità – proseguono – chiediamo al governo di proporre, assieme alla deputazione, l’approvazione di una nuova norma che garantisca un articolo esclusivo per ASU Beni culturali, legittimità giuridica, applicabilità pratica immediata, stabilizzazione contestuale di tutti i 258 lavoratori e dignità lavorativa attraverso contratti a tempo pieno. È necessario agire rapidamente con una norma solida – concludono Genovese e Musolino –  che non rischi impugnative da parte del Consiglio dei Ministri e che liberi finalmente i lavoratori dalla precarietà e dalla speculazione politica”. Fp Cgil Sicilia ha sempre seguito con attenzione questa vertenza e assicura massimo impegno e determinazione per baypassare i limiti dell’attuale norma (art. 10 comma 2 L.R. 1/2024) che, nonostante abbia superato il vaglio di costituzionalità, si è rivelata inapplicabile a causa dei vincoli nazionali sulle assunzioni (art. 2 D.Lgs. 75/2023).

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