Avvio Anno Giudiziario nel segno della protesta, Fp Cgil Sicilia presente domani con presidi e volantinaggi presso le Corti d’Appello per denunciare la grave situazione in cui versa il Ministero

Presidi e volantinaggi per denunciare la grave situazione in cui versa il Ministero della Giustizia, causata dalle drammatiche carenze di personale, dall’arretratezza organizzativa, dalle lacune nel sistema informatico e dalla fatiscenza del patrimonio edilizio che ospita gli uffici. Fp Cgil Sicilia, in linea con l’azione di sensibilizzazione programmata dalla Funzione Pubblica Nazionale, è pronta a far sentire la propria voce nella giornata di domani, sabato 25 gennaio, in occasione delle cerimonie di inaugurazione dell’Anno Giudiziario presso le Corti d’Appello in Sicilia “Questo è l’unico Ministero – afferma il Segretario Generale di Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo – che non ha ancora sottoscritto il Contratto Integrativo. Va evidenziato, e noi lo facciamo con vigore e determinazione, il paventato fallimento del progetto “Ufficio per il Processo” se il personale precario, composto da circa 12 mila persone attualmente impiegate negli uffici giudiziari, non verrà stabilizzato. E prendendo in esame la Legge di Bilancio, approvata dal Governo, non c’è certamente da stare tranquilli. E’ stata prevista infatti l’assunzione di poco meno della metà di questi lavoratori, a partire da luglio 2026, data della scadenza del progetto, e con piano da completare entro il 2029. Una tempistica inaccettabile – osserva ancora Agliozzo –  anche perché questa situazione è aggravata dall’età media elevata del personale attualmente impiegato, pari a 58 anni, e dal prevedibile incremento delle scoperture dovuto ai prossimi pensionamenti. Si corre il serio rischio di compromettere gli obiettivi del PNRR, il rallentamento della gestione degli uffici giudiziari e un aumento dei tempi di durata dei processi, vanificando ogni sforzo verso una giustizia moderna ed efficiente. Stabilizzare il personale precario è dunque un passaggio imprescindibile – conclude Agliozzo – per evitare che la giustizia italiana torni indietro e che i cittadini paghino il prezzo di queste scelte irresponsabili”.

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