“E’ vero che il Presidente dell’Ars può avvalersi delle esperienze maturate in altre Regioni da suoi colleghi di partito, vedi la Lombardia, ma a tutto c’è un limite”. La Funzione Pubblica della Cgil Sicilia stigmatizza le dichiarazioni di Gianfranco Miccichè, secondo cui “il servizio sanitario non funziona bene perché poco efficiente e costoso”. E possederebbe addirittura la ricetta alla soluzione del problema. Per Miccichè “bisognerebbe ripartire dal settore privato che è molto efficiente ed economico”.
“E’ appena il caso di ricordare – sottolineano il Segretario Generale dell’Organizzazione di categoria, Gaetano Agliozzo, e il Segretario Fp Cgil Medici Sicilia, Renato Costa – che le strutture private, i cui operatori da 12 anni sono senza rinnovo contrattuale, non hanno pronto soccorso, né reparti di rianimazione e di malattie infettive: tutte strutture ad altissimo costo. Quindi le urgenze–emergenze, in terra di Sicilia, sono ad esclusivo appannaggio del sistema pubblico, che, con tutti i limiti attribuibili, garantisce la tutela della salute ai siciliani. E i nostri pronto soccorso, con attese infinite, personale stremato e strutture spesso logisticamente insufficienti, rappresentano comunque un presidio sicuro, a cui ogni giorno decine di migliaia di cittadini si rivolgono e trovano risposte al loro bisogno di salute. Forse sarebbe stato meglio da parte di Miccichè un invito a riflettere tutti insieme su come migliorare l’attuale stato di cose, ad instaurare e potenziare una virtuosa concorrenza tra pubblico e privato, tenendo sempre presente però che il privato deve essere integrativo ma mai sostitutivo del pubblico. Bene avrebbe fatto l’On. Miccichè a ricordare l’antico precetto arabo “Parla soltanto quando sei sicuro che quello che dirai è più bello del silenzio”.
Parole, tra l’altro, pronunciate – evidenziano ancora Agliozzo e Costa – in un momento delicato per il servizio sanitario regionale, negli stessi giorni in cui i reparti dei nostri ospedali fanno i conti con organici sempre più ridotti e risorse economiche insufficienti, mentre i turni di lavoro sono sempre più pesanti e gli operatori sanitari di tutte le categorie (medici , dirigenti sanitari, infermieri, operatori sanitari etc.) cercano, con spirito di sacrificio e abnegazione, di continuare a garantire dignitosi livelli assistenziali nonostante tutto”.