“Nonostante gli annunci e l’abbondanza di disegni si legge in materia, giacenti all’Ars, sulla questione del riordino II.PP.A.B ancora nessun testo normativo è stato varato”. A rilevarlo è la Fp Cgil Sicilia in una nota indirizzata all’Assessore Regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro Antonio Scavone, e al Presidente Musumeci. “Complessivamente in Parlamento si affollano ben 4 disegni di legge, di cui uno proposto proprio dall’attuale Esecutivo, ma tutto – sottolineano il segretario generale, Gaetano Agliozzo, e il segretario regionale, Massimo Raso – è drammaticamente fermo. Eppure si tratta di una riforma attesa in Sicilia da quasi 20 anni, la cui entrata in vigore assolverebbe ad un obbligo previsto dalla Legge n. 328 del 2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e dal conseguente Decreto Legislativo n. 207 del 2001 e, sopratutto, darebbe le giuste risposte ai tanti lavoratori e professionisti che si sono caricati un onere gigantesco, non percependo stipendi, in alcuni casi, da più di 30 mesi. Le II.PP.A.B. siciliane – evidenziano ancora Agliozzo e Raso – occupano 750 dipendenti di ruolo e circa 1.300 lavoratori a tempo determinato e professionisti in convenzione (assistenti sociali, psicologi, infermieri professionali, fisioterapisti, educatori, animatori) ed assistono oltre 6000 utenti (anziani, minori,disabili, immigrati). Dispongono di un inestimabile il patrimonio immobiliare, dal valore di svariati milioni di euro, in alcuni casi si tratta di immobili di grande pregio storico-artistico- monumentale., tuttavia vivono una grave crisi finanziaria, dovuta sia alla costante riduzione del contributo previsto dalla legge regionale n. 71/82, passato da quasi 10 milioni di euro l’anno alle 1.698 migliaia di euro del 2018 (addirittura nell’anno 2015 non è stata prevista in bilancio alcuna somma), sia al costante aumento del costo dei servizi erogati, a fronte di rette di ricovero il cui importo è stato stabilito con un D.P.R.S. del 1996, salvo qualche adeguamento Istat. Di fronte questo scenario, la cui rilevanza sociale ed economica è sotto gli occhi di tutti, sarebbe dunque necessario trovare velocemente una sintesi che faccia uscire la Sicilia da questa impasse. Sollecitiamo un urgente intervento che sblocchi la situazione di stallo e consenta – concludono Agliozzo e Raso – la ripresa di un dibattito attorno al ruolo ed alla funzione di queste importanti strutture che dovranno essere trasformate in Aziende pubbliche di servizi alla persona nell’interesse dei lavoratori e degli utenti”.