“Dipendenti regionali improduttivi”, Cgil e Fp Cgil replicano a Musumeci: chieda conto ai dirigenti generali e illustri la produttività del suo governo

“Se è vero che, secondo la sua valutazione, l’80% dei regionali “si gratta la pancia”,  come mai i dirigenti generali, da lui nominati, raggiungono, quasi per miracolo, i risultati prefissati dal Governo e vengono premiati con il massimo possibile di indennità?”. Cgil Sicilia e Fp Cgil Sicilia prendono posizione contro l’ennesima esternazione del Presidente Musumeci, con la quale ha definito i dipendenti regionali “improduttivi”. “Preferiamo soprassedere sul furore denigratorio del Governatore – affermano il Segretario Generale della Cgil, Alfio Mannino, e il Segretario Generale della Funzione Pubblica, Gaetano Agliozzo –  stavolta però il Presidente qualche dato lo deve tirare fuori, piuttosto che sparare nel mucchio con dichiarazioni generiche. E’ un suo preciso obbligo. Musumeci non è il parcheggiatore del piazzale dietro l’angolo, né un comune cittadino che la butta come gli viene. Deve avere certamente delle pezze d’appoggio, incontestabili, per lanciare accuse così gravi. I dati glieli avranno certamente trasmessi i Dirigenti Generali, i quali non sarebbero immuni da responsabilità, in quanto soggetti preposti a organizzare ed ottimizzare le prestazioni del personale. Verrebbe da dire: ma chi li ha nominati? E non possiamo pensare – aggiungono – che lo faccia per raccattare qualche consenso, né che voglia sviare l’attenzione dalle responsabilità sue e della sua amministrazione. O forse si?  Dal Presidente della Regione ci  saremmo aspettati l’impegno formale a realizzare finalmente la riforma della pubblica amministrazione, quella sì, necessaria ed urgente per semplificare norme, snellire procedure, garantire efficienza organizzativa alla macchina della burocrazia. Non assumersi la responsabilità di governare il cambiamento e poi dare addosso ai lavoratori, fa pensare al tentativo di scaricare sui dipendenti l’incapacità di realizzare le riforme e di governare degnamente la Sicilia. Mentre aspettiamo una risposta, osservano ancora Mannino e Agliozzo –  qualcosa possiamo dirla noi: ad esempio potremmo ricordare al Presidente che per tenere aperti i siti culturali, i dipendenti di questa regione, essendo pochi, sono sistematicamente costretti a sforare il terzo dei festivi contrattualmente previsti, per assicurare il servizio. Ed ancora, nonostante gli impegni assunti, il personale catalogatore, che porta avanti le Soprintendenze senza alcun riconoscimento per il lavoro svolto, aspetta una stabilizzazione, dovuta per legge, che farebbe risparmiare alla Regione parecchi milioni di euro. C’è poi un Corpo Forestale ridotto a poche centinaia di unità, tutte molto avanti negli anni, che garantisce una quantità di attività che vanno ben oltre il possibile e che attende risposte che non arrivano mai in un’Isola dalle mille emergenze ambientali. Nel novero ci sono anche i dipendenti della Protezione Civile Regionale. Non vanno dimenticati neanche i Dipendenti del Dipartimento Lavoro, i quali in poco più di un mese, nonostante le gravi carenze e i ritardi sulla piattaforma, hanno istruito 50.000 istanze di CIGD. E comunque ci dichiariamo disponibili a fare un focus sulla produttività dei dipendenti regionali, ma, nelle  more, invitiamo il Presidente a realizzarne uno sulla produttività del governo. Musumeci potrebbe così indicarci le tante riforme necessarie per lo sviluppo socio economico della Sicilia che sono state prodotte dal suo governo e dal parlamento regionale e che a noi sono certamente sfuggite. Restiamo  convinti che il miglior modo per  difendere i lavoratori è rappresentato  dalla valorizzazione del loro ruolo sociale di servizio alla collettività. Per queste ragioni lanciamo un forte e preoccupato allarme: Basta, basta e ancora basta dare addosso ai dipendenti regionali per raccattare qualche consenso o per altre inconfessabili ragioni che magari le sveleremo in seguito.  Rispetto infine all’uscita dell’assessore Grasso, che tuona contro i sindacati – concludono Mannino e Agliozzo – la sua invettiva suona come un urlo supplichevole per essere riammessa a corte. Accusa i sindacati di voler conservare i propri privilegi, quelli  che non hanno più i politici!  Peccato che a crederci  ci sia solo lei. La verità è che l Grasso ad oggi le ha mancate quasi tutte”.

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