LAVORATORI ASU NEI BENI CULTURALI – NIENTE PIÙ COOPERATIVE, ORA LA STABILIZZAZIONE!

“Abbiamo appreso, con gioia, della pronuncia delle Corte Costituzionale di non fondatezza dell’impugnativa dell’Art.11 L.R. N.1 del 22 febbraio 2019, promossa da Presidente del Consiglio dei Ministri per il transito in utilizzo diretto dei lavoratori ASU, impiegati presso i siti e gli uffici dell’Assessorato Beni Culturali e dell’identità siciliana adesso – dice una nota della FP CGIL SICILIA firmata da Salvo Musolino Coordinatore regionale ASU FP CGIL , Massimo Raso Segretario Regionale e da Gaetano AGLIOZZO Segretario Generale – si lavori alla loro stabilizzazione”

La FP CGIL,  sin dalla notizia dell’impugnativa, si era subito prodigata ad una risoluzione immediata del problema, chiedendo e ottenendo tavoli di confronto con le istituzioni per la resistenza davanti alla Corte Costituzionale, alla contestazione del Governo Nazionale.

La norma, come più volte sostenuto dalla FP CGIL non fa altro che disciplinare una forma di utilizzazione già in essere e non prevede assunzione diretta, e dunque non entra in contrasto con l’art. 97 della Costituzione in materia di accesso ai pubblici uffici contestati dall’organo di controllo.

Oggi la Corte Costituzionale,  con sentenza N.199/2020, ha confermato le nostre osservazioni confermando che nella norma non si rivelano violazioni costituzionali, e che sia possibile utilizzazione diretta presso il Dipartimento Beni Culturali dei Lavoratori ASU senza la intermediazione di altri soggetti (leggasi Cooperative).

Nonostante l’impugnativa avvenuta lo scorso Aprile 2019, i lavoratori ASU, hanno garantito la loro presenza con grosso senso di sacrificio e responsabilità, non sottraendosi a coprire turni domenicali e festivi, permettendo così a molti siti e strutture dei Beni Culturali, con evidenti difficoltà organizzative per carenza di personale, di assicurare le aperture e la gestione della grande affluenza di pubblico pre e post emergenza Covid.

Sono circa 300 i lavoratori ASU precari storici, in servizio presso musei, siti e strutture dei Beni Culturali siciliani – rammenta questa O.S. – fino ad oggi sono stati utilizzati come “tappabuchi” per far fronte alle carenze di organico del Dipartimento Beni culturali, non hanno un contratto di lavoro, e percepiscono un sussidio di circa €590, senza il riconoscimento di indennità per turnazioni e/o festivi coperti, a questo si aggiunge l’ulteriore disagio per i pagamenti che avvengono spesso in ritardo di mesi.

La FP CGIL Sicilia ricorda, inoltre, che per il bacino dei rimanenti 4800 lavoratori ASU, sono rimaste nel cassetto le norme già apprezzate e sottoscritte da tutti i gruppi parlamentari, che prevedono la storicizzazione delle risorse, l’eliminazione del vincolo decennale per la fuoriuscita dal bacino e la ricollocazione degli ultimi lavoratori ASU ancora in cooperative impiegati presso altre amministrazioni (Motorizzazioni, Genio Civile, Aziende Sanitarie, Scuole ed Enti Locali), norme che non sono più rinviabili e alle quali va data approvazione e attuazione immediata.

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