“Ancora ferma l’attività del trattamento del secco della Kalat Impianti a Grammichele, dopo l’incendio di 16 mesi fa. La situazione è divenuta insostenibile”. Ad esprimere grande preoccupazione è la FP Cgil Sicilia attraverso il suo Segretario Generale Gaetano Agliozzo e il Segretario Territoriale Vincenzo Maggiore. “Serve immediatamente – sottolineano – la firma del decreto per sbloccare le risorse necessarie alla ricostruzione e all’ammodernamento dell’impianto e garantire l’occupazione dei 37 lavoratori attualmente in CIGS . Non si hanno ancora notizie della possibile riapertura e del ritorno al lavoro degli addetti – incalzano i due sindacalisti – il decreto, con una dotazione finanziaria di 11milioni di euro, è alla firma, ma tutto inspiegabilmente tace. Questo silenzio non lascia presagire nulla di buono all’orizzonte. E per di più – aggiungono – un incontro, già fissato per 19 ottobre scorso con il Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’Assessorato Energia e Servizi di Pubblica Utilità a cui avrebbero dovuto partecipare anche i sindaci del Calatino, è stato annullato. Nei giorni successivi al rogo l’esponente del Governo regionale di allora, precisamente l’Assessore Baglieri – osserva Maggiore – dichiarò di essere al lavoro per consentire la riapertura dell’ impianto nel più breve tempo possibile, ma questo non è ancora avvenuto e si corre il serio rischio di perdere le risorse stanziate se non verranno utilizzate entro il prossimo 31 dicembre”. Per il Segretario Generale di Fp Cgil Sicilia “la questione è particolarmente grave ed urgente. Occorre – aggiunge – intervenire con sollecitudine anche per fare il punto sullo stato di avanzamento dei progetti sui rifiuti e sull’economia circolare a valere sul Pnrr”. Agliozzo e Maggiore lanciano un appello alla Regione: “dica con chiarezza e trasparenza quando la Kalat Impianti potrà riprendere tutta la sua attività e gli addetti ritornare al lavoro”.