“Mancano le risorse per la riclassificazione del personale e per l’incremento del salario accessorio e senza nessun rinnovamento della burocrazia la Regione rischia seriamente di non essere capace di spendere i fondi del PNRR e quelli della programmazione dei fondi strutturali 2021-2027”. A denunciarlo sono i segretari generali della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp Paolo Montera, della Uil Fpl Salvatore Sampino, il commissario della Ugl Autonomie locali Ernesto Lo Verso analizzando il testo del disegno di legge della Finanziaria esitato per l’Aula. “La Regione Siciliana – affermano – è l’unica pubblica amministrazione d’Italia ad avere un ordinamento professionale vecchio di oltre 20 anni e a non riconoscere il diritto alla riclassificazione previsto ed offerto dalla normativa nazionale”. In una nota trasmessa al Presidente della Regione, alla giunta regionale, alla presidenza dell’Ars e ai gruppi parlamentari, Agliozzo, Montera, Sampino e Lo Verso segnalano “come le norme stanzianti le risorse (pari allo 0,55% e allo 0,22% del monte salari al 31 dicembre 2018) siano state varate e cassate ben due volte nella precedente legislatura, soltanto per via di coperture errate e che nella legge di stabilità finanziaria in discussione all’Ars nulla è stato previsto. “Chiediamo che alla mancata previsione delle risorse per la riclassificazione, Governo e Parlamento regionali pongano urgente rimedio in questa sessione di bilancio, considerato anche che l’attuazione della riclassificazione è possibile soltanto con il contratto collettivo per il triennio 2019-2021. “I tempi sono bloccati – dicono i sindacalisti – dato che la possibilità di realizzare la riclassificazione tramite il contratto è stata prevista e resa obbligatoria dalla legge di bilancio dello Stato del 2021, in forza della potestà statale legislativa in materia di coordinamento della finanza pubblica. Non si tratta di privilegi – chiariscono le sigle sindacali – ma di diritti riconosciuti a tutti gli altri pubblici dipendenti di Italia e negati soltanto a quelli regionali. In vista inoltre della necessità di spesa dei fondi Pnrr e di quelli della progettazione comunitaria 2021-2027, ci domandiamo come si penserebbe di potere gestire tutte queste risorse con un ordinamento professionale fermo a oltre 20 anni fa e con il blocco delle assunzioni”. Riguardo ai contratti di lavoro di comparto e dirigenza, ampiamente scaduti, infine, i sindacati ricordano come sia urgente ricostituire il Comitato direttivo dell’Aran Sicilia, in modo da riavviare le trattative. “Valutiamo – concludono Agliozzo, Montera, Sampino e Lo Verso – come un segnale di preoccupante disattenzione l’assenza del rinnovo dei vertici dell’Aran Sicilia a spoil system di Società ed enti collegati già avvenuto. Anche sui rinnovi dei contratti di lavoro, la Sicilia è fanalino di coda”.