Lampedusa: un anno di inaccettabile silenzio sull’emergenza aria condizionata nell’elisoccorso

La Segretaria Regionale di Fp Cgil Sicilia, Monica Genovese, è intervenuta per denunciare la pericolosa condizione del servizio

A distanza di un anno dalle prime denunce, la situazione dell’elisoccorso di Lampedusa rimane immutata: l’impianto di aria condizionata è ancora fuori uso, lasciando pazienti e operatori sanitari esposti a condizioni disumane. Questo stato di incuria è aggravato dalle recenti condizioni meteorologiche estreme, con temperature che spesso superano i 40 gradi, mettendo ulteriormente a rischio la salute di chi viaggia a bordo del velivolo. La mancanza di aria condizionata non è solo una questione di disagio, ma di vera e propria sicurezza, soprattutto considerando che molti dei pazienti trasportati sono cardiopatici, particolarmente vulnerabili al caldo. Eppure, nonostante le ripetute segnalazioni fatte dal personale negli ultimi tre mesi, nessun intervento concreto è stato ancora attuato. Le promesse di un pronto ripristino dell’impianto da parte dei responsabili del Servizio 118 sono rimaste parole vuote, senza alcun riscontro pratico.
La situazione è diventata così critica che la Segretaria Regionale di Fp Cgil Sicilia, Monica Genovese, è intervenuta formalmente per denunciare l’indecente e pericolosa condizione dell’elicottero. “È disumano non garantire condizioni di salubrità e sicurezza ai pazienti trasportati, agli operatori sanitari e al personale di volo”, ha dichiarato Genovese. “L’Assessorato della Salute deve correre subito ai ripari e risolvere il problema con sollecitudine. È necessario ripristinare immediatamente l’aria condizionata sull’elicottero per garantire lo svolgimento del servizio senza disagi e rispondere efficacemente ai bisogni di assistenza legati all’emergenza-urgenza. È inaccettabile che, dopo un anno di denunce, nulla sia cambiato. La mancata azione da parte delle autorità competenti non solo mette a rischio vite umane, ma rappresenta anche un grave insulto al lavoro e alla dedizione degli operatori sanitari che, nonostante le condizioni proibitive, continuano a svolgere il loro dovere con professionalità. È ora che le promesse si traducano in fatti, e che la sicurezza dei pazienti e del personale venga finalmente messa al primo posto”.

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